La tradizione agiografica narra che Agata, cittadina romana di Catania, subì il martirio alla giovane età di 16 anni, un anno dopo essersi consacrata totalmente a Dio. Di nobile famiglia avrebbe potuto ambire ad un matrimonio di rango, ottenere protezione e rispetto, ma preferisce scegliere Cristo. Tutto poteva fermarsi qui…e invece è costretta a le morbose attenzioni del proconsole della città Quinziano, il quale per poterla avere fa valere la giustizia umana: l’editto dell’imperatore Decio che ordinava ai cittadini romani di offrire sacrifici agli dei pagani in maniera pubblica. Chi adempieva all’ordine riceveva un certificato; di contro chi si rifiutava veniva arrestato e condannato a morte per empietà. E qui ha inizio la scelta di fede di Agata che al “certificato” e alla prepotenza umana sceglie Cristo e il martirio. Prima lo strappo dei seni e quindi uno spregio alla dignità di donna e poi finita sui carboni ardenti.

Molti sono gli artisti che hanno voluto cogliere la fresca bellezza di Agata e tra questi Bernardino Luini che nasce nel 1480 nel rione di Runo nell’attuale comune di Dumenza in provincia di Varese.

L’artista ce la presenta in tutta la sua giovinezza, i lineamenti dolcissimi, quasi sovra pensiero, ricca di immensa umanità. Le guance sono leggermente arrossate, i capelli elegantemente raccolti e ornati di bellissimi e altrettanto semplici fiori di campo. Una fanciulla che, forte della sua fede e quindi delle proprie convinzioni, non prova alcun dolore nel guardare il suo seno reciso, sul piattino d’argento che reca tra le mani. Nessun moto di timore, né alcun segno visibile di sofferenza: al contrario, lo sguardo è pacato e sereno come sapesse bene quale ricompensa avrebbe ottenuto per la sua fedeltà. Indossa una veste rossa simbolo dell’amore e del sacrificio dalla quale traspare in maniera delicatissima il pizzo bianco della sottoveste simbolo della purezza e della pudicità della giovane che rifiuta senza esitazione le attenzioni poco gradite del proconsole.

Come non accostare questa dolcezza e questa grazia ai tanti episodi di femminicidio che la nostra società registra quotidianamente, come non ricordare tutte le giovani ragazze di culture diverse dalla nostra costrette da padri e fratelli a matrimoni combinati, a tutte quelle giovani che vengono schiavizzate nel corpo e nello spirito, quelle la cui vita è spezzata da uomini prepotenti ed egoisti che non sanno amare che se stessi. La dolcezza di Agata, il suo coraggio, la sua forza siano per tutti noi un esempio a cui guardare e per sua intercessione protegga tutte le giovanissime donne che si affacciano alla soglia della vita.