Continuiamo il percorso alla riscoperta della parrocchiale di Sant’Agata.

Alcune considerazioni sul sagrato: esso è un luogo sacro anche se spesso oggi si tende a dimenticare. Era sul sagrato che i catecumeni (coloro che si preparavano a ricevere il sacramento del Battesimo per cambiare la loro condizione di pagani a quella di cristiani) sostavano durante le celebrazioni dell’Eucarestia in attesa di farne parte. Per molto tempo ha ospitato anche il cimitero. Esso sorgeva proprio attorno alla chiesa – ne sono rimasti alcuni esempi nei paesi altoatesini – nel nostro paese invece è rimasta la bellissima posizione di trovarsi accanto alla chiesa. Non è un caso o una coincidenza: la vita e la morte sono parte dello stesso cammino dell’uomo; è bello sentire la presenza dei nostri defunti accanto durante la celebrazione Eucaristica domenicale o feriale ed è altrettanto prezioso scorgere che i segni della speranza della resurrezione non sono in un’altra dimensione, stanno proprio lì sotto i nostri occhi.

Il CIMITERO  sorge sul lato nord della chiesa. Esso risale al 1860. In alcuni appunti conservati nell’archivio parrocchiale si legge che “il 12 agosto 1860 mons. Andrea Strosio, decano di Rovereto previa delegazione vescovile, benedice solennemente il nuovo cimitero di S.Agata cominciato nell’anno 1858 assieme alla camera mortuaria e alla gradinata della porta maggiore della Chiesa”.

Precedentemente il cimitero della comunità era quello adiacente la chiesetta di Santa Marina che si trova all’interno del paese. All’interno del cimitero troviamo due cappelle gentilizie: quella dei Baroni Cresseri di Castel Pietra risalente al 1885 e quella dei un’altra famiglia nobile del tempo – Valentini – costruita nel 1880.

Il cimitero è diviso in 4 riquadri a forma di croce e nel mezzo una croce di pietra che conserva una storia risalente al 1500. Storia ricavata da un manoscritto lasciato da un cappellano che operava in parrocchia verso il 1890. La pergamena racconta di un’apparizione ad un contadino del posto. Apparve una croce e accanto una donna vestita di bianco che si rivolse al contadino per invitarlo ad adoperarsi ad erigere una croce. In cambio avrebbe fatto cessare la pestilenza che perseguitava la comunità del tempo. Venne fatta erigere una croce in legno, surrogata nel 1704 con l’attuale in pietra, e posta in un primo tempo nella piazza accanto alla chiesa parrocchiale. Fu collocata nel cimitero dove tutt’ora si trova nel 1858. All’interno della croce sarebbe stata posta la teca contenente il racconto dell’apparizione, teca che andò perduta con gli eventi bellici della guerra mondiale. Nella croce è possibile vedere tutt’ora comunque un vano vuoto.

Nel lato est del cimitero dominando il sagrato della chiesa vi è il monumento ai caduti. E’ stato fatto erigere al termine della prima guerra mondiale per ricordare i soldati di Besenello morti in guerra. E’ in pietra ed è alto circa 4 metri. Ha un piedistallo formato da due gradini e presenta 4 faccie: sulla prima sono segnati i nomi dei Caduti, sulla seconda quelli dei dispersi, sulla terza i nomi dei morti in guerra e sull’ultimo i morti della seconda guerra mondiale. Ogni anno il 4 novembre viene tutt’ora fatta una commemorazione con la benedizione e la deposizione di un ceppo di fiori.

Patrizia Mazzurana